Software is like entropy: It is difficult to grasp, weighs nothing, and obeys the Second Law of Thermodynamics; i.e., it always increases.

Un cervello non basta: il secondo brain e l’arte di non dimenticare nulla 🧠✨

Un cervello non basta: il secondo brain e l’arte di non dimenticare nulla 🧠✨

26 maggio 2025·Sandro Lain
Sandro Lain

Second brain

Perché un solo cervello non basta? 🤯

Se pensi che basti la tua memoria per ricordare tutto quello che leggi, impari o progetti… beh, congratulazioni! Sei probabilmente un cyborg. Per tutti gli altri, la realtà è più simile a una lavagna bianca lasciata sotto la pioggia: le idee si sciolgono, le informazioni scivolano via e, quando servono, sono sempre da qualche parte che non ricordi.

Ecco perché nasce il concetto di “second brain” (o secondo cervello): un sistema esterno dove raccogliere, organizzare e processare tutto ciò che la nostra mente, per limiti biologici o semplice pigrizia, non riesce a trattenere.

Cos’è davvero un second brain? 🧩

Il second brain non è solo una cartella piena di PDF dimenticati o una collezione di note sparse tra mille app. È un sistema coerente, pensato per aiutarti a collegare le informazioni, ritrovarle quando servono e, soprattutto, trasformarle in conoscenza utile. I più nerd lo chiamano personal knowledge management, ma in fondo è solo un modo elegante per non perdere il filo tra mille input quotidiani.

Un buon secondo cervello ti permette di ritrovare velocemente idee e risorse (anche quelle che pensavi perse per sempre), collegare concetti tra loro creando nuove intuizioni e liberare la mente da ansie e promemoria inutili.

Personalmente, sono solito auto-inviarmi via email i link ad articoli e risorse che voglio approfondire in un secondo momento. In alternativa, sfrutto i promemoria dell’iPhone per segnarmi al volo qualcosa che non voglio dimenticare: non sarà il massimo dell’automazione, ma funziona sorprendentemente bene (almeno finché non decido di ignorare le notifiche!).

Un altro esempio pratico? Utilizzare strumenti come Notion o Obsidian per raccogliere e organizzare informazioni in modo strutturato. Io li uso molto per prendere appunti su video corsi e libri: avere tutto in un unico posto, facilmente ricercabile e collegabile, fa davvero la differenza tra imparare e dimenticare.

Non importa se usi un sistema digitale, un quaderno o una combinazione di entrambi: l’importante è che sia affidabile, semplice e sempre a portata di mano.

Raccogliere per non impazzire 🗃️

Il primo passo è semplice: raccogliere tutto. Articoli interessanti, risorse tecniche, appunti volanti, idee geniali (o presunte tali) e persino le domande che ti vengono in mente sotto la doccia. Non si tratta di accumulare per sport, ma di creare una base dati personale da cui attingere quando serve davvero.

La raccolta non è solo un atto di autodifesa contro la smemoratezza, ma anche un modo per liberare spazio mentale. Più informazioni metti al sicuro, meno ansia avrai di dimenticare qualcosa di importante. E, diciamolo, la sensazione di svuotare la testa è quasi terapeutica.

Appunti veloci, idee lente 📝🐢

Durante l’apprendimento, la velocità è tutto: prendi appunti al volo, senza preoccuparti della forma. L’importante è non perdere il flusso. Solo dopo, con calma (e magari una tazza di caffè), potrai riorganizzare questi appunti in qualcosa di più strutturato: guide, articoli, checklist o anche solo una lista di cose da approfondire.

Il segreto? Non giudicare i tuoi appunti mentre li scrivi. Il perfezionismo è il nemico della produttività. Meglio una nota brutta che un’idea persa per sempre.

Getting Things Done: la filosofia del processare 🏁

Raccogliere è solo metà dell’opera. L’altra metà è processare: trasformare il caos in ordine, le note in azioni, le idee in progetti. Qui entra in gioco la filosofia del Getting Things Done (GTD): ogni informazione raccolta deve essere letta, valutata e, se serve, trasformata in qualcosa di utile appena possibile.

GTD in pillole: come non farsi travolgere dal caos 🧾

Il metodo GTD, ideato da David Allen, si basa su alcuni principi semplici ma rivoluzionari. Prima di tutto, raccogli tutto: ogni input va annotato subito, senza filtri. Poi processa regolarmente: rivedi ciò che hai raccolto e decidi cosa farne (azione, archiviazione, delega, eliminazione). Organizza ogni cosa al posto giusto, tra liste, progetti e promemoria. Rivedi periodicamente il sistema per mantenerlo aggiornato e utile. Infine, agisci: fai ciò che conta, senza stressarti per tutto il resto.

Il bello del GTD è che non serve essere fanatici dell’organizzazione: basta adottare anche solo alcuni principi per vedere subito benefici concreti, sia nel lavoro che nella vita personale.

Organizzare per imparare davvero 📚

Il vero apprendimento nasce dall’organizzazione. Raccogliere appunti è solo l’inizio: la magia avviene quando li colleghi, li rielabori e li trasformi in conoscenza strutturata. Che tu preferisca strumenti digitali, carta e penna o una combinazione dei due, il principio non cambia: la conoscenza va sedimentata, non solo accumulata.

E se ogni tanto ti capita di rileggere vecchi appunti e pensare “ma chi ha scritto questa roba?”, sappi che sei in ottima compagnia. L’importante è che, almeno, tu li abbia scritti da qualche parte!

Conclusione: il secondo brain è un atto di umiltà (e sopravvivenza) 🧠💾

Affidarsi a un secondo cervello non è segno di debolezza, ma di intelligenza. Significa riconoscere i limiti della propria memoria e costruire un sistema che ti permetta di imparare, crescere e – perché no – dimenticare con stile. Perché, in fondo, la vera forza non è ricordare tutto, ma sapere dove andare a cercare quando serve davvero.

E se ti senti sopraffatto dalle informazioni, ricorda: anche i migliori server hanno bisogno di un backup. 😉

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