L'IA toglierà davvero il lavoro? Una riflessione (poco) rassicurante 🤖
La narrativa “l’IA non ruberà i posti di lavoro” spesso è addolcita per non creare panico. In pratica, però, le aziende puntano al profitto. Se un’IA o un robot permette di:
- abbassare i costi (meno stipendi, meno errori, meno scioperi)
- aumentare l’efficienza
- scalare più facilmente
lo useranno. Non perché sono “cattive”, ma perché il mercato le premia se lo fanno. È una pressione sistemica.
La verità è che molti lavori cambieranno e alcuni spariranno proprio. Non subito, magari a ondate, ma la direzione è questa.
Quali lavori rischiano di più? 🏭
Quelli ripetitivi, standardizzati, analitici (anche se richiedono studio). Al contrario, i lavori che richiedono creatività vera, relazione umana autentica, decisioni complesse o manualità non standard saranno più lenti a essere sostituiti — o potrebbero persino diventare più preziosi.
Le aziende e il profitto: amici per la pelle 💸
Il problema serio è che le aziende non sono incentivate a conservare posti di lavoro se questo va contro il profitto. In molti paesi, Italia in primis, i margini sono spesso già risicati per via di costi elevati e imposizioni fiscali non proprio leggere: chiedere a un’azienda di sacrificare il profitto per mantenere l’occupazione è come chiedere a un maratoneta di correre con uno zaino pieno di mattoni.
Quindi no, non possiamo aspettarci che rinuncino volontariamente ai vantaggi dell’automazione per “mantenere dipendenti”. Il sistema stesso le spinge nella direzione opposta.
Aziende che stanno sostituendo personale con IA 🏢
Ecco alcune notizie (aggiornato ad Aprile 2025) che mostrano come l’adozione dell’IA stia già avendo un impatto concreto sull’occupazione:
- Duolingo: ha dichiarato di voler diventare un’azienda “AI-first”, annunciando la graduale sostituzione dei collaboratori esterni con l’IA per la creazione di contenuti educativi. L’IA verrà utilizzata anche nei processi di assunzione, valutazione delle performance e allocazione delle risorse.
- Microsoft: il CEO Satya Nadella ha rivelato che fino al 30% del codice di Microsoft è ora generato dall’IA, con una percentuale destinata a crescere. Questo riflette una tendenza più ampia nel settore tech a ridurre la dipendenza dal lavoro umano.
- British Telecom: ha annunciato l’intenzione di ridurre il personale di circa 55.000 unità entro il 2030, sostituendo circa 10.000 di questi ruoli con l’IA, soprattutto nelle operazioni di servizio clienti.
- IBM: prevede di sostituire circa 7.800 posizioni, principalmente nei ruoli amministrativi, con l’IA nei prossimi anni. L’azienda ha già rallentato o interrotto le assunzioni per alcune posizioni che potrebbero essere automatizzate.
- UPS: ha annunciato il taglio di 20.000 posti di lavoro, puntando ad automatizzare le strutture e migliorare l’efficienza tramite l’adozione dell’IA.
- Klarna: la fintech svedese ha licenziato oltre 1.000 dei suoi 5.000 dipendenti, affermando che i sistemi tecnologici erano in grado di svolgere le stesse mansioni in modo più efficiente grazie all’IA.
- Dropbox: nel 2023 ha tagliato il 16% della forza lavoro, citando la necessità di ristrutturare l’azienda per integrare meglio l’IA nel core business.
- BuzzFeed: ha dichiarato di voler usare strumenti basati su IA per generare contenuti, riducendo la dipendenza da redattori umani.
Questi sono solo alcuni esempi: la tendenza è globale e riguarda settori molto diversi tra loro, dalla tecnologia all’editoria, dalla logistica ai servizi.
La vera sfida è sociale e politica 🏛️
- Come si redistribuisce la ricchezza se il lavoro umano diminuisce?
- Come si riqualificano milioni di persone rapidamente?
- Come si evitano diseguaglianze sempre più estreme?
Alcuni parlano di reddito di base universale o riduzione dell’orario lavorativo, ma siamo ancora agli inizi delle soluzioni. E anche se si arrivasse davvero a lavorare meno ore, il rischio concreto è che molti spingerebbero per ridurre anche il salario: così il problema si sposterebbe, ma non si risolverebbe davvero. Nel frattempo, il mercato non aspetta.
Su quali lavori puntare per il futuro? 😴
Se immaginiamo un futuro in cui IA e robot svolgono i compiti standardizzati, per restare rilevanti sarà strategico puntare su settori o competenze che la tecnologia fatica a replicare, che si evolvono rapidamente, che richiedono contatto umano autentico o empatia, o che guidano il cambiamento invece di subirlo.
Creatività e innovazione 🎨
La creatività resta uno degli ultimi baluardi dell’umano. Certo, l’IA può generare immagini, musica o testi, ma il “vero” gusto, la capacità di sorprendere e di inventare qualcosa di mai visto prima, sono ancora appannaggio delle persone.
Pensiamo a chi crea copertine personalizzate per libri, a chi inventa nuove meccaniche di gioco, a chi trasforma un’idea in un brand riconoscibile: sono ruoli dove l’originalità e la sensibilità fanno la differenza.
Leadership e strategia 🧭
Guidare persone, costruire una cultura aziendale, prendere decisioni ambigue e motivare un team in crisi: sono tutte sfide che l’IA può solo osservare da lontano.
Un manager che sa ispirare, o un consulente che accompagna un’azienda in una trasformazione profonda, sono figure che restano fondamentali proprio perché sanno muoversi nell’incertezza e nel cambiamento.
Relazione e cura 🤝
L’empatia non si automatizza. Psicologi, terapisti, educatori, coach, HR “umani”, ma anche medici e operatori sociali che lavorano sulla parte emotiva oltre che tecnica, sono richiesti perché sanno ascoltare, comprendere e adattarsi a situazioni uniche.
Un insegnante che supporta un ragazzo in difficoltà o uno psicologo che lavora su traumi complessi non possono essere sostituiti da un algoritmo.
Tecnologia avanzata 🛠️
Paradossalmente, più cresce l’IA, più servono persone che la sappiano progettare, controllare e adattare. Figure come AI engineer, data scientist, specialisti cloud, esperti di cybersecurity o sviluppatori di sistemi distribuiti (magari in Go!) sono e saranno sempre più richieste.
Non basta saper “usare” l’IA: chi la costruisce o la mantiene ha un ruolo chiave.
Mestieri pratici difficili da automatizzare 🧑🔧
Non tutto si può standardizzare. L’artigianato, il restauro, la manutenzione di impianti complessi o l’agricoltura di precisione richiedono una flessibilità e una capacità di adattamento che i robot ancora non hanno.
Un restauratore che recupera affreschi antichi o un tecnico che risolve problemi non standard su macchinari industriali sono esempi di lavori che resistono all’automazione.
Educazione e formazione 📚
In un mondo che cambia rapidamente, chi sa insegnare e accompagnare le persone nell’apprendimento continuo avrà sempre un ruolo centrale.
Formatori, tutor, insegnanti (soprattutto in ambiti STEM o creativi) e mentori che guidano giovani sviluppatori sono fondamentali per aiutare tutti ad adattarsi alle nuove sfide tecnologiche.
In breve: preparati al cambiamento! 🔮
- Se fai qualcosa di ripetibile ➔ l’IA ti sostituirà (è solo questione di tempo).
- Se fai qualcosa di originale, umano, strategico o estremamente tecnico ➔ diventerai ancora più richiesto.
E se qualcuno ti dice che “l’IA non toglierà il lavoro a nessuno”, chiedigli se accetterebbe di essere operato da un robot che lavora gratis… oppure se preferisce ancora un chirurgo in carne e ossa. 😉